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10494772_10153080080693849_5866255426197247561_nOggi è il 31 di luglio. Finalmente ho trovato un cielo terso al mio risveglio. Non mi pareva vero, dopo settimane di diluvi universali, tempeste tropicali, temperature autunnali. Ho tenuto duro, perché l’estate sono sicura che arriverà, alla fine. Questa stagione mi fa bene e cura i malanni, non me ne era mai capitata una così balenga, umida e fredda.

Un giorno di questa settimana c’erano 13 gradi al mattino presto. 13 gradi alla fine di luglio!!! Sono uscita con giacchetta e scarpe chiuse, io che di solito le saluto alla fine di maggio e le riprendo a fine settembre!!!

Oggi festeggerò il mio giorno libero, in attesa delle fatiche lavorative del weekend :

https://www.facebook.com/events/357601307721109/   “Per Bacco, su il sipario” organizzata dall’Enoteca Regionale della Serra a Roppolo sarà, come tutti gli anni, una grande fatica ma anche  una bella soddisfazione. Questa sera, dopo riti propiziatori a Giove Pluvio, andrò a letto emozionata come sempre e in attesa del grande evento, vini, cibi e teatro per festeggiare finalmente l’inizio dell’estate.

Quando le stagioni non seguono il proprio corso mi sento spaesata. Sono l’unica certezza che ho, nei meandri nebulosi del futuro che si avvicina. Se anche l’estate ci si mette e diventa un brutto autunno, che ne sarà di me? Ho bisogno del sole per combattere il grigiore e il freddo delle stagioni a venire, per ritrovare le forze, per rimettermi in sesto e cercare di superare l’inverno, che mi blocca sempre tutta.

Oggi mi farò baciare dal sole, sperando che duri a lungo. Ho voglia di vestitini leggeri estivi, di infradito, di bagni in piscina senza sentirmi assiderata.

Agosto, ti aspetto trepidante, non deludermi, mi raccomando, che sei la mia salvezza!!!!! 🙂

 


Torno a scrivere dopo oltre un mese di riflessioni.

Non credo questo sarà un post ordinato e con un filo conduttore. Pensieri sparsi affollano la mia mente e voglio lasciarli liberi; chi lo vorrà, coglierà alcuni di essi e lascerà altri nel dimenticatoio, io ho solo bisogno di lasciarli correre nell’etere.

 

Maternità. Mi sono passati sotto gli occhi e le mani infanti, bambini, ragazzi. Mi sono resa conto di essere quanto di più inadeguato e al contempo adatto ci possa essere nel difficile mestiere di madre. Ho capito anche che io e la maternità non riusciamo a trovare un equilibrio. Non si convive.

Vuoi perché io biologicamente sono inadatta, che la cara endometriosi complica sempre le cose, vuoi che oramai non ci sono più le condizioni di normale sopravvivenza quotidiana per pensarci, mi sono accorta che posso vivere benissimo senza. Sì, sono finalmente passati i momenti di sconforto in cui pensavo: “perché tutte e io no?”. Finalmente mi sono emancipata da quell’opprimente senso di disuguaglianza. Finalmente posso passare in mezzo a un gruppo di gravide senza esserne scalfita, tanto la pancia, sebben per altri motivi,  ce l’ho anche io, tiè! Finalmente il giorno della festa della mamma è una sofferenza, ma solo perché la mamma non ce l’ho più, non perché nessuno mi festeggerà mai. Sono finalmente libera.

Mi godo i figli degli altri e poi, come Cenerentola, prima dell’ora di cena me ne torno a casa, pensando a quale aperitivo preparare  a Riccardino Fuffolo, a quale musica sentire mentre passeremo qualche ora nel lettone a raccontarci la nostra giornata, facendoci goduriosi massaggini ai piedi. In tanta pesantezza, finalmente la leggerezza  è arrivata e posso godermi la mia menopausa, con la pancia a canotto e le caldane di notte.

 

Lavoro. Non so nemmeno più cosa sia un lavoro vero. Sempre grazie alla cara endometriosi non sarei nemmeno in grado di lavorare 8 ore di fila, ma da lì a non trovare uno straccio di impiego part-time ne passa. Non faccio figli, sono giudiziosa e nemmeno tanto stupida. Eppure.vignetta-pat-carra

Ci si arrabatta. Scambi, baratti, maloccupazioni, collaborazioni, volontariato obbligatorio.  Cosa ho fatto di male io per meritarmi tanto precariato non lo so. Mi sono ammalata, ma capita nella vita. Cribbio, c’è anche gente che muore e io, per fortuna, salvo sfighe impreviste, ho solo una malattia cronica, che però mi lascia ben sano il cervello! Vivo in un paese bellissimo che non mi vuole, non c’è altra spiegazione.

 

Politica. Mai avrei pensato di parlarne sul blog, ma stiamo raggiungendo livelli di idiozia tali che non posso più stare zitta. Mi fanno schifo tutti.Non ho altre parole per esprimere cosa stanno facendo destra e sinistra in Italia.  A destra e centro destra ho sempre votato e non lo faccio più. A sinistra sono talmente ridicoli che nemmeno sotto tortura li voterei, perché sono la brutta copia del partito che osteggiano. Non c’è credibilità. Solo oche starnazzanti che disputano briciole di pane, ecco cosa vedo. Avete notato come sono tutti più gentili due settimane prima delle elezioni? Pensano positivo, fanno promesse. Due settimane in cui sembra che, in Italia, sia tornata la buona educazione.  A me invece va via, e mi viene da dirvi: “Bestiacce, vi rendete conto in che melma è sprofondato il paese? Vi siete dimenticati delle scadenze di giugno???? Vi domandate come farà la povera gente a pagarle?” Si vota e si parla di ripresa, si prendono i voti e si torna a parlare di cure necessarie per il paese, di sforzi da chiedere alla comunità, di tagli e di sacrifici.  Siete dei buffoni e mi fate veramente incazzare.

Non fate niente per far partire la ripresa, non fate niente per chi ha difficoltà vere. Parlate e basta e io voglio una politica di fatti, solo con essi vi guadagnerete la mia fiducia. Avete mai visto questi imbecilli aprire il portafoglio e aiutare la gente come fa il fondatore dell’associazione Condividere? Li avete mai visti impegnarsi seriamente nel sociale, risolvendo emergenze reali? Siate meno avidi, datevi da fare, che lo stipendio ve lo paghiamo noi, scansafatiche!!!! Non c’è bisogno di parole, ma di semplificazione, correttezza, concretezza.

 

 

Ecco, questi sono i primi pensieri della giornata…..presto ne arriveranno altri.

 

 

 

 

 


L’estate è finita, la pioggia è tornata ed è finita pure la mia pausa dal blog. Son successe tantissime cose belle: qualche inaspettata  giornata al mare, qualche gita, qualche cenetta, un po’ di conserve e marmellate, il lavoro che non è andato in vacanza( per fortuna), il riordino degli armadi, qualche progetto, dei bei regali,  un po’ di riposo.

Basta veramente poco per essere felici con ciò che si ha. E’ una lezione che ho imparato da piccola dai miei nonni materni e che mi ha permesso di vivere serenamente attraverso le avversità.005

A dire il vero è stata un’estate densa di eventi, anche poco piacevoli, ma quello che i miei nonni mi hanno insegnato mi ha permesso di trascorrere questi lungi giorni cercando il lato buono di ogni cosa. Non è facile, a volte sarebbe più semplice lasciarsi vincere dallo sconforto, ma non ho mai amato piangermi addosso e ho sempre cercato di trovare un modo per andare avanti, nonostante tutti gli impedimenti che trovavo sul mio cammino. Questa volta è stato più difficile del previsto.

 

E’ stata un’estate in cui i ricordi si sono ripresentati forti e vividi, chiedendo attenzione, tutta quella che non avevo loro prestato prima. Mi sono estraniata, ho pensato, rivisto e rivissuto molte parti di me e della mia vita. E non ho scritto nulla. Non una parola.

A volte le parole hanno bisogno del giusto tempo, per diventare nitide, chiare, trovare la giusta valenza.

Avevo bisogno di silenzio, di osservare tacendo tutto ciò che mi passava per la testa, per dare un

ordine e un senso a ciò che ancora non lo aveva.

 

Sul mio tavolo oggi c’è una bellissima composizione di rose bianche, rubata a una sposa ieri pomeriggio. Giaceva fuori dalla chiesetta di Roppolo sotto una pioggia battente e me la sono portata a casa, sperando che questi fiori delicati fossero di buon auspicio.

Voglio credere di sì.

Buon autunno gente, speriamo rifioriscano presto le rose.

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Quando ho ospiti a cena, la prendo con calma e inizio fin dal mattino a cucinare.

Avendo dormito da Riccardino Fuffolo e alzandosi lui presto per andare al lavoro, alle 8 ieri ero già operativa.

Un buon the, le news on line, i blog da leggere, le sfide a song pop( con il mio terribile nemico Jonny Rock) e ero pronta. Facendo un caldo che definire porco è un eufemismo, ho ben pensato di usare ovviamente il forno. E’ SEMPRE così. Fa caldo? Facciamo una torta, le patate gratinate con le verdurine, il pesce e chi più ne ha più ne metta. Ieri ho pensato di fare il panfocaccia. Però vuoi sprecare il forno caldo, che poi il sabato l’energia mi costa meno? Nooooo. E allora due cornettini salati li fai, tanto 20 minuti sono cotti e i pomodorini gratinati no? Sono leggeri, buoni freddi o tiepidi. Inutile dire che ho fatto la sauna, come tutte le sacrosante volte. In inverno, non so perché, a parte le torte, uso pochissimo il forno. Appena inizia l’estate, si scatena la mia voglia di infornare: tutto, tutto, tuttttoooooo!

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i sopravvissuti del pranzo…

A pranzo arrivava anche Riccardino, perché i suoi non c’erano e giustamente gli ho detto: “Vieni, che cucinando, qualcosa di buono ci sarà anche per te a pranzo.” Il giorno prima mia zia mi aveva regalato le buone zucchine del nonno Severino con un sacco di fiori. E che ci vuoi fare? Una teglia di fiori gratinati al forno( con il pan grattato aromatico avanzato dei pomodorini, perché qui non si butta via niente, e poi il forno già girava per i pomodorini) e il resto? Massì, friggiamo due fiori, che è la morte loro.

Bene, pastella leggera e via di frittura. Il risultato è stato il seguente: si è mangiato 18 fiori!! 18!!! Io, tenendomi per la cena, ne ho mangiati 5 e qualcuno al forno. Tolto il fatto che vivo incazzata perché una volta mangiavo come un suino e ero magra come un fuscello, che buoni erano! Una volta all’anno si può anche friggere e godersi i tesori dell’orto. 😀

Alle due, quando Riki è andato a casa a farsi le sue cose da brava massaia quale è,  sono tornata all’attacco. Mancavano il panfocaccia che era in lievitazione e doveva esser cotto, lo tzaziki, e l’insalata di pasta. Eh sì, d’estate bisogna stare leggeri. I miei ospiti portavano il dolce al cioccolato, su mia richiesta, e non volevo esagerare con il menù.

Poi cosa vuoi fare: è sabato, bisogna ordinare un po’ casa, che in settimana ho trascurato perché non stavo tanto bene. Pulisci bene la cucina, prepara il necessario per la tavola, ordina la camera, pensa alla lavatrice, le cose da stirare almeno da portare vicino al ferro da stiro per ricordarsene, e il pomeriggio è volato. Una doccia ed è arrivato Riccardino Fuffolo con la sua allegria e poi i nostri ospiti, Elena e Alberto, gattofili come noi.

Mi sono divertita e la serata è trascorsa, tra zampirone in balcone per le maledette zanzare, che sono alla fine arrivate, e chiacchere piacevoli che spero si ripetano presto.

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antipasto

Ecco il risultato delle mie fatiche. Menù:

cornettini di sfoglia al wurstel

panfocaccia

pomodorini gratin

melanzane grigliate

tzaziki

insalata di pasta

torta al cioccolato( degli ospiti)

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primo

Bevande: Orvieto doc e una fantastica birra del produttore Enrico Terzo( d’estate la birra è d’obbligo).

 

La sorpresa è stata la torta: vi allego la foto, perché mi ha fatto tanto piacere.

Una bella serata estiva, con una domenica molle e pigra che mi aspetta. Cosa volere di più, da un’estate low cost? 😀

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Alberto e la sua sorpresa!!!!!! GRAZIE 😀

 

 

 

 


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il mitico Carema doc

Oggi voglio parlarvi di un pomeriggio di metà giugno che mi ha regalato tanta soddisfazione.
Sono andata a dare una mano a un amico, produttore di vini, perché attendeva degli importatori australiani e necessitava di una traduzione per agevolare i simpatici ospiti.
Il produttore in questione si chiama Roberto Ferrando e non posso che tesserne le lodi.

http://www.ferrandovini.it/it/azienda.html

Conoscevo i suoi vini, perché lavorando in enoteca sono sempre presenti, ma non avevo mai fatto una degustazione dedicata ai suoi cavalli di battaglia.
Io sono sommelier e ritengo di aver così tanto da imparare, che quando mi capita l’occasione di poter apprendere direttamente da chi produce vini meravigliosi, non posso che esser grata e assorbire tutto come una spugna( vino compreso!!!!!) 😀
Roberto ha la sede dell’azienda a Ivrea e produce svariate tipologie di vino: Erbaluce docg, Canavese Rosso doc, Carema doc e uno straordinario passito sono stati i nettari che ho potuto degustare, mentre traducevo in inglese, al meglio che potevo, le caratteristiche degli stessi e la storia di questa azienda.

Il Carema è prodotto, ovviamente, a Carema, un delizioso paesino ai confini con la Valle d’Aosta, che regala un nebbiolo di pregio che merita di essere degustato e lodato, tanto che è stato premiato con l’Ottimo dall’Enoteca Regionale della Serra, manifestazione organizzata per far conoscere i vini del territorio e premiare i produttori meritevoli. Un vino di corpo e di struttura, che esce con due diverse etichette: bianca e nera, dedicata esclusivamente alle grandi annate. Un vino con note speziate, sentori di viola, frutta rossa matura. Io ci ho sentito pure le more mature e mi sono goduta la complessità di un grande vino che tutti dovrebbero provare, almeno una volta nella vita.

http://www.lastampa.it/2013/06/24/edizioni/biella/grandi-vini-in-passerella-ecco-gli-ottimi-xnAjuqe3tmNgIRV2QAfpcN/pagina.html

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storia e tradizione

L’Erbaluce che ho degustato, sia fermo che metodo classico, mi ha regalato sensazioni che solo un ottimo vino ben strutturato può dare e il passito è stato la ciliegina sulla torta, tanto che tutti ci siamo concessi il bis, per assaporare al meglio i sentori di miele di castagno che emergono da questo grande prodotto.

Il vino italiano è fatto di piccoli e grandi produttori che si impegnano quotidianamente per creare la storia. Questi vini sono piccoli tesori da scoprire, degustare, ricordare per il lavoro che li ha creati, per la sapienza e la passione dei vigneron che li producono, per la fatica del duro lavoro della terra e per la tradizione che, grazie a loro, si tramanda di generazione in generazione.

Grazie a Roberto e a tutti quelli come lui, che lavorano e si impegnano per far grande il nome dei vini italiani.

Vita Senza Nickel

Il nickel non è un problema per noi

EcoAlimentarsi

Alimentazione Consapevole

Marialucia Lorefice

Presidente XII Commissione Affari Sociali. "In Parlamento portavoce degli Italiani"

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