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Torno a scrivere dopo oltre un mese di riflessioni.

Non credo questo sarà un post ordinato e con un filo conduttore. Pensieri sparsi affollano la mia mente e voglio lasciarli liberi; chi lo vorrà, coglierà alcuni di essi e lascerà altri nel dimenticatoio, io ho solo bisogno di lasciarli correre nell’etere.

 

Maternità. Mi sono passati sotto gli occhi e le mani infanti, bambini, ragazzi. Mi sono resa conto di essere quanto di più inadeguato e al contempo adatto ci possa essere nel difficile mestiere di madre. Ho capito anche che io e la maternità non riusciamo a trovare un equilibrio. Non si convive.

Vuoi perché io biologicamente sono inadatta, che la cara endometriosi complica sempre le cose, vuoi che oramai non ci sono più le condizioni di normale sopravvivenza quotidiana per pensarci, mi sono accorta che posso vivere benissimo senza. Sì, sono finalmente passati i momenti di sconforto in cui pensavo: “perché tutte e io no?”. Finalmente mi sono emancipata da quell’opprimente senso di disuguaglianza. Finalmente posso passare in mezzo a un gruppo di gravide senza esserne scalfita, tanto la pancia, sebben per altri motivi,  ce l’ho anche io, tiè! Finalmente il giorno della festa della mamma è una sofferenza, ma solo perché la mamma non ce l’ho più, non perché nessuno mi festeggerà mai. Sono finalmente libera.

Mi godo i figli degli altri e poi, come Cenerentola, prima dell’ora di cena me ne torno a casa, pensando a quale aperitivo preparare  a Riccardino Fuffolo, a quale musica sentire mentre passeremo qualche ora nel lettone a raccontarci la nostra giornata, facendoci goduriosi massaggini ai piedi. In tanta pesantezza, finalmente la leggerezza  è arrivata e posso godermi la mia menopausa, con la pancia a canotto e le caldane di notte.

 

Lavoro. Non so nemmeno più cosa sia un lavoro vero. Sempre grazie alla cara endometriosi non sarei nemmeno in grado di lavorare 8 ore di fila, ma da lì a non trovare uno straccio di impiego part-time ne passa. Non faccio figli, sono giudiziosa e nemmeno tanto stupida. Eppure.vignetta-pat-carra

Ci si arrabatta. Scambi, baratti, maloccupazioni, collaborazioni, volontariato obbligatorio.  Cosa ho fatto di male io per meritarmi tanto precariato non lo so. Mi sono ammalata, ma capita nella vita. Cribbio, c’è anche gente che muore e io, per fortuna, salvo sfighe impreviste, ho solo una malattia cronica, che però mi lascia ben sano il cervello! Vivo in un paese bellissimo che non mi vuole, non c’è altra spiegazione.

 

Politica. Mai avrei pensato di parlarne sul blog, ma stiamo raggiungendo livelli di idiozia tali che non posso più stare zitta. Mi fanno schifo tutti.Non ho altre parole per esprimere cosa stanno facendo destra e sinistra in Italia.  A destra e centro destra ho sempre votato e non lo faccio più. A sinistra sono talmente ridicoli che nemmeno sotto tortura li voterei, perché sono la brutta copia del partito che osteggiano. Non c’è credibilità. Solo oche starnazzanti che disputano briciole di pane, ecco cosa vedo. Avete notato come sono tutti più gentili due settimane prima delle elezioni? Pensano positivo, fanno promesse. Due settimane in cui sembra che, in Italia, sia tornata la buona educazione.  A me invece va via, e mi viene da dirvi: “Bestiacce, vi rendete conto in che melma è sprofondato il paese? Vi siete dimenticati delle scadenze di giugno???? Vi domandate come farà la povera gente a pagarle?” Si vota e si parla di ripresa, si prendono i voti e si torna a parlare di cure necessarie per il paese, di sforzi da chiedere alla comunità, di tagli e di sacrifici.  Siete dei buffoni e mi fate veramente incazzare.

Non fate niente per far partire la ripresa, non fate niente per chi ha difficoltà vere. Parlate e basta e io voglio una politica di fatti, solo con essi vi guadagnerete la mia fiducia. Avete mai visto questi imbecilli aprire il portafoglio e aiutare la gente come fa il fondatore dell’associazione Condividere? Li avete mai visti impegnarsi seriamente nel sociale, risolvendo emergenze reali? Siate meno avidi, datevi da fare, che lo stipendio ve lo paghiamo noi, scansafatiche!!!! Non c’è bisogno di parole, ma di semplificazione, correttezza, concretezza.

 

 

Ecco, questi sono i primi pensieri della giornata…..presto ne arriveranno altri.

 

 

 

 

 


Mi sento come la mia  connessione internet: sconnessa a scatti, a volte ci sono e a volte salto, perdo la 031linea e non riesco a riconnettermi. Come con Telecom, non so trovare una soluzione al problema e le chiamate cadono nel vuoto del centro assistenza; chissà qual è poi, il mio centro assistenza.

Domande mie e domande altrui cui non so dare una risposta si affollano una sull’altra. Non trovo soluzioni, non ho idee, non ho davvero la più pallida idea di quello che posso fare.

Inizio a essere stufa di tutte queste domande, perché non posso fare altro che prenderne atto.

Non è un bel momento per avere problemi, non  è il momento giusto per non avere più piani b.

Mi muovo giorno dopo giorno, con lo sguardo perso. Perso nel cielo, in questi giorni senza nuvole, o perso nel grigio e nella pioggia, con il freddo che ti fa sentire che manca sempre qualcosa.

A volte quel che vedo intorno a me dà speranza: amici che formano famiglie, nonostante la crisi e il lavoro che manca, amici che partono in cerca di fortuna e amici che restano lottando per un posto di lavoro che c’è, ma ancora per poco, amici che sorridono alla vita nonostante le loro prospettive siano avvolte nella nebbia più fitta. Poi ci  sono momenti in cui non posso far finta di non vedere i problemi, le facce tristi, la disperazione, la recriminazione, l’ignoranza, l’apatia e l’incapacità di reagire alla rovina, la perdita di dignità e, più di tutto, l’indifferenza.

L’indifferenza è ciò che ci sta portando verso il baratro.

Credo che il mio sentirmi sconnessa sia strettamente legato al mio smarrimento. Mi sento smarrita e non ho idea di dove mi trovi. Come quando ti perdi in un bosco troppo fitto per trovare punti di riferimento, inizi a vagare nella vana speranza che un colpo di fortuna ti riporti sul sentiero smarrito.

Ho sempre vissuto senza avere paura degli imprevisti, ho sempre reagito con forza alle intemperie della vita, ma ora è diverso. Non dipende tutto da me. Non posso più contare solo su me stessa, se l’ambiente in cui sono inserita non è più terreno fertile su cui seminare. Non posso risolvere sempre tutto da sola, come pensavo di fare. Vanno accettati anche i nostri limiti, quel che non accetto però sono i limiti che la società malata e corrotta in cui vivo mi impone. Penso che i tempi siano maturi per una protesta ragionata che solo la mia generazione può fare, perché è quella più colpita. I più giovani sono ancora più smarriti di noi e devono ancora maturare un po’ di orgoglio per reagire, ma per noi il momento è giusto.

Io non pretendo soluzioni ai miei problemi, pretendo la possibilità di poterli risolvere, con i miei mezzi e la buona volontà, che fino a pochi anni fa erano sufficienti per superare ogni tempesta e imprevisto della vita. Io pretendo dignità per tutti coloro che sono bisognosi, che nonostante il loro impegno non ce la fanno, pretendo rispetto per tutti, perché lo smarrimento è comune e ognuno reagisce a modo suo.

La speranza è un bene inalienabile e ce la stanno togliendo, a poco a poco. E’ un mio diritto cui non posso e non voglio rinunciare. La speranza è di tutti e bisogna lottare con le unghie e con i denti per non perderla. La speranza è la vita stessa che guarda al futuro, che si proietta in un orizzonte lontano e sconosciuto.  Lasciatemi almeno la speranza, che se mi sono sconnessa, troverò il modo di connettermi, da qualche parte, in qualche modo.


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cuppingSono passati pochi giorni e sono di nuovo qui a scrivere di quello che ho fatto dalla signora cinese. Sono favorevolmente colpita e sorpresa da quanto siano efficaci fin da subito, almeno in parte, le loro tecniche di cura olistica.
Ieri ho provato, oltre all’agopuntura sulla solita pancia  che non può guarire il mio problema, ma attenuare l’infiammazione sì, il famoso cupping, o coppettazione.
Mi ha interessato dalla prima volta che ne ho sentito parlare sui giornali, complice Gwynneth Paltrow che è stata fotografata con degli strani segni sulla schiena, ed ecco che ora li ho pure io!

Non avete idea del miracolo che possono fare sulle contratture muscolari. L’unico inconveniente sono i segni che lasciano, ma pare vadano via in pochi giorni. Io, da anni, ho la parte alta della schiena fortemente contratta, causa cattivo riposo, stress, malattie varie. Ieri, per la prima volta da anni, sono tornata a casa senza che le mie scapole scricchiolassero. Mi sono riposata tutto il giorno, perché essendo una pratica purificante toglie un po’ di energie e la notte ho dormito. Ebbene sì, ho dormito svegliandomi solo 3 volte, che per me è un record dei record. Mi sono svegliata e sono riuscita a alzarmi abbastanza in fretta e sono contenta.

Perché ho aspettato tanto? Perché? Anni di stress accumulato, ci vorranno un po’ di sedute per smaltirlo! Mannaggia!

Ho trovato un buon modo per integrare le cure ai miei malanni senza prendere una medicina in più. Se vi capita di averne bisogno, provatelo, vi rigenererà. 😀


La-Speranza-I-Gustav-Klimt
Oggi voglio parlare di una parola che dovremmo tutti tener ben presente, ogni giorno, soprattutto di questi tempi.
Ci sono parole che spesso vengono dimenticate o poco considerate.
Alla luce di quel che leggo sui quotidiani, o nel web, penso che la dignità sia merce rara che spesso ci dimentichiamo di possedere.
A volte addirittura ce ne privano, dando per scontato che non serva per sopravvivere in questi giorni difficili.
La dignità è un diritto di tutti e mi piange il cuore leggere di persone che l’hanno persa. Sia che l’abbiano smarrita per superficialità, sia che gliela abbiano tolta prevaricando i loro diritti.
Nel primo caso mi viene da chiedermi come si sia arrivati a svendersi così, tradendo valori che ognuno di noi dovrebbe aver presente a ogni respiro; nel secondo caso mi domando chi è tanto prepotente o cieco da arrogarsi un tale diritto. La dignità è di tutti. E’ nostra e esserne privati ci toglie valore, forza morale, energia, sorrisi, speranza.
Senza la dignità come può resistere la speranza?
La dignità viene lesa ogni volta che si perde fiducia nei valori che ci hanno insegnato, ogni volta che, per scegliere la via più facile, la mettiamo da parte e ci lasciamo condurre verso la superficialità e il menefreghismo.
La dignità viene ferita a morte ogni volta che qualcuno ci toglie la possibilità di una vita decente, decorosa, umiliandoci e togliendoci ciò che ci permette di vivere una vita degna.
Vedo così poca dignità nelle istituzioni e nella nostra classe politica, che mi risulta fastidioso leggere i quotidiani o guardare il telegiornale. Si recita un teatrino che ci toglie dignità solo ad assistervi. I primi ad averla persa sono proprio loro, gli attori che recitano sul palco della politica. Non sento empatia, comprensione, concretezza, compassione. Manca tutto e ogni giorno si uccide un po’ di quella dignità che è mattone per le fondamenta della nostra esistenza.
Bisogna lottare per preservarla, la nostra e quella degli altri, senza abbassare la testa, pretendendo che venga rispettata sempre.
Oggi vorrei che qualcosa cambiasse, che ognuno di noi si sforzasse nel difendere un diritto che è di tutti, non solo nostro.
Vorrei un orizzonte sereno, vorrei un futuro per un paese che sembra caduto nell’oblio e rischia di trascinarci tutti con sé.
Resistere e sperare, ci rimane solo questo?


 

Sapete quando si attraversa un periodo irto di difficoltà, in cui avanzare è faticoso, doloroso, e ogni pensiero diventa macigno? Ecco, oggi è così e io ho voglia di farmi delle domande stupide, sciocche, leggere, per sentirmi più lieve e concedermi qualche pensiero normale.

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Voglia di leggerezza, voglia di allegria, voglia di svegliarsi in un posto diverso, in una vita nuova, per vedere com’è.

 

  1. Perché Moreno ha vinto Amici? Preferivo Greta, mai che vinca uno che piace a me.
  2. Perché Gabri Ponte mette quelle scarpe orrende?
  3. Perché il cinema costa così caro, che dopo Cannes ho mille film da vedere e al cinema è meglio?
  4. Perché se non mangio niente la mia pancia si gonfia come una mongolfiera?
  5. Perché quando chiedo un vodkamartini me lo portano on the rocks, 80 martini, 20 vodka??? E perché non posso aggredire il barista che lo ha preparato chiamandolo bestia???
  6. Perché ogni volta che devo uscire piove?
  7. Perché ho i capelli a spinacio da due mesi?
  8. Perché quando devo fare una torta, urgentissima, finisco il lievito e i negozi sono chiusi?
  9. Perché la gente con cui parlo non capisce un cazzo di quel che volevo dire e non capisce nemmeno quando rispiego il concetto?
  10. Perché non posso mangiare la torta che ho nel portatorte tutte le volte che vorrei, come quando ero giovane e sana?
  11. Perché le persone non capiscono l’ironia con cui descrivo le cose?
  12. Perché non posso dire un Vaffanculo ogni volta che ne ho voglia e soprattutto a chi se lo merita?
  13. Perché a Songpop sbaglio sempre le solite 3 canzoni? E perché ci sono ‘ste categorie che nessuno conosce? Chi caz… è lo zio Cracker??????
  14. Perché la gente non sorride quasi mai?
  15. Perché la gente parla senza sapere e quando parli non ti ascolta?
  16. Perché non posso trasformarmi in Hulk ogni volta che mi fanno incazzare?
  17. Perché devo essere presa in giro se guardo SOS TATA?

 

 

Ecco, queste sono le domande sciocche a cui non presto mai attenzione, ma che vagano nella mia mente. Oggi ho voglia di essere leggera, non ho voglia di pensare che ormai sono in mezzo al ciclone e sto per esser risucchiata e spedita in Burkina Faso.

Non ho voglia di essere sempre seria, di pensare perennemente alla catastrofe, perché non aiuta e non fa bene. Ho voglia di sano cazzeggio, merce rara che non posso permettermi da una vita. Grazie blog, che me lo concedi ancora.

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Presidente XII Commissione Affari Sociali. "In Parlamento portavoce degli Italiani"

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