Questo è il consiglio che ultimamente seguo di più. Come ho accennato nel post precedente (https://aspettandolalbaa.wordpress.com/2014/10/06/sono-tornata/ ), il nonno Guido mi ha lasciato in eredità questo motto e ora più che mai ne faccio tesoro. Quando non hai risorse, devi arrangiarti con quello che hai. Quando hai poco, devi per forza cercare di conservare quel poco che ti è rimasto.1900119_674674222601516_7833455806755643550_n

Purtroppo viviamo in una società dove i soldi sono necessari, cosa che mi urta non poco. Non sono mai stata legata al vile denaro, non vi ho mai prestato importanza. Se ce n’era, bene, se mancava, amen. Essendo di umili origini, mi sono sempre arrangiata, garantendomi una vita decorosa. I problemi sono sorti con questa maledetta crisi, che non perdona chi già povero è e non permette più alla sola inventiva di trovare soluzioni adeguate. Non è facile stare al passo in un paese come il nostro, dove gli esborsi per mantenere uno stato sanguisuga aumentano esponenzialmente e non sono direttamente proporzionali con le proprio entrate, anzi, direi proprio l’opposto.

Così mi arrangio con quello che ho, concedendomi pochissimi lussi, ma meritati: un libro nuovo cui tengo davvero, prendendo in prestito gli altri meno importanti, oppure  comprando una camicina nuova a un prezzo equo(dopo 2 anni di astinenza), riadattandone altre 4 nell’armadio se ci entro ancora. Regalo alle amiche le cose che purtroppo non posso più mettere, ricevo cose che posso riutilizzare( vedi la mia bellissima tenda nuova regalatami da Giuliana e le scarpe quasi nuove per Riccardo). Modifico cornici usate, dipingendole e creando dei portacollana, recupero preziosi vasetti di vetro per le conserve, uso le verdure dell’orto che mi donano, mi pianto il basilico in balcone, bevo l’acqua del rubinetto, sto attenta al consumo dell’energia e dell’acqua stessa. Mi sento di fatto più leggera e meno vincolata alle regole del consumismo. Meno ho e meglio sto.

Non sono schiava delle mode e quando scelgo di comperarmi qualcosa, lo faccio perché lo voglio davvero e mi serve. Ci tengo, insomma.  E mi gusto di più le mie piccole conquiste. I rari acquisti diventano una scelta e non un momento in cui sfogare compulsioni e stress. Non dovendo colmare vuoti emotivi, evito spese inutili e mi godo quel poco che guadagno.  Creo anche cose senza spendere un euro e, devo dire, ne ho gran soddisfazione. Alla domanda ” ti manca qualcosa?” non saprei cosa rispondere. Frivolamente potrei rispondere: “un paio di Louboutin”, seriamente mi rendo conto che non ho bisogno di nulla a parte ciò che ho già. Solo dei libri nuovi, ecco cosa vorrei, perché la sete di sapere non è mai sazia.

Anche  le uscite sono rarefatte, perché si esce  a cena solo se merita veramente, altrimenti si produce a casa ciò che si desidera: il sushi casalingo migliora di volta in volta, le cene tematiche sono un vero risparmio. Guadagno in qualità e quantità e sono felice. Certo, mi stanco a cucinare tutto, ma la passione per la cucina mi ripaga degli sforzi fatti.

Forse rimane una cosa, difficile da compensare senza denaro: i viaggi. Se ne fanno pochissimi e così anche un pomeriggio a Novara può diventare un piccolo tour alla scoperta del centro storico.

L’unica cosa, cui porre rimedio senza spendere un euro è difficile,  è la salute, ma questo è un altro discorso che forse diverrà un prossimo post.

Per ora va bene così. Se ce la faccio, bene. Se devo fermarmi, mi riposo, anche perché non ho alternative. Una vita lenta, dopo anni frenetici, avrà molto da insegnarmi. Se solo anche la società capisse che i tempi sono cambiati, ne sarei lieta e mi sentirei meno emarginata, ma vivo in Italia e i miracoli ancora non li ha fatti nessuno.